In memoriam: Professor Alberto Bertoni (1946-2014)


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Alberto Bertoni Alberto Bertoni si è laureato in Fisica nel 1970. Dal 1981 è stato professore ordinario di Informatica presso l'Università degli Studi di Milano.

Ha dato contributi di ricerca significativi in numerosi ambiti disciplinari quali l'Informatica Teorica, la Complessità Computazionale, i Linguaggi Formali, le Macchine Probabilistiche e Quantistiche, l'Apprendimento Computazionale, le Reti di Neuroni, gli Algoritmi Genetici, la Bioinformatica. È stato un maestro sia per gli studenti dei corsi di laurea sia per gli allievi del dottorato di ricerca.

È stato uno dei fondatori e presidente del Capitolo Italiano dell'Associazione Europea di Informatica Teorica (EATCS) e membro italiano del Consiglio EATCS. E' stato direttore del Dipartimento di Scienze dell'Informazione e presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Scienze dell'Informazione, fondatore e coordinatore del Dottorato di Ricerca in Informatica Milano-Torino, membro del Senato Accademico dell'Università degli Studi di Milano, membro del Consiglio Scientifico dello IAMI (CNR).

E' stato membro dell'Editorial Board di diverse riviste internazionali e del Comitato Scientifico di Conferenze nazionali e internazionali. E' stato coordinatore di numerosi progetti scientifici nazionali e internazionali.


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Per Alberto.
Siamo in tanti ad aver guardato lontano e averlo ascoltato, Alberto. Danilo Bruschi, allievo di Alberto, che da lui ha tratto molto, anche nella capacità di dirigere. E Ugo Montanari di Pisa, scienziato, che non poteva non rimanere influenzato nella sua vita scientifica dalla visione di Alberto. Mauri e i suoi valorosi collaboratori che hanno sempre visto in Alberto luce e visione e la sua purezza legale. Tecnici e personale amministrativo, Giudici, Marta Ferrari e tutti, anche i più ribelli, che hanno preso di Alberto il rigore. E poi ancora, Giorgio Valle che nel suo spirito ribelle portava in evidenza le doti migliori di Alberto. Bob conquistava Nicoletta Sbadini e si guadagnava una pietra preziosa, anch’essa di Alberto. Giorgio De Michelis, nella sua aristocrazia, assieme a Paolo Massazza e tanti altri che hanno dato e proliferato. E che dire della preziosa Paola, amica già biologa, poi teorica delle informazioni, poi di immagini. E infine Preside: ella ha saputo tradurre nella vita di molti giovani la lungimiranza di Alberto. Anche Paola ha colto in Alberto una nuova forma di intelligenza della vita dei giovani e di molti studenti. Alberto i giovani li ha valorizzati a partire dalla complessità, di cui è stato un massimo cultore. Ancora: Elio Lanzarone che ha corroborato la sua filosofia con la concretezza di Alberto. Daniele Marini, che ha seguito il maestro cercando di dare, a tutti, senza tenere per sé, seguendo in questo l’esempio. Mauro Torelli, che ha trasformato la sua modestia in nuova intelligenza assoluta con la gentilezza e il buon animo di Mario Italiani, paziente educatore, e la cultura assoluta di Angeleri. Alberto é stato un grande uomo anche curando il valore della dolcezza delle persone, anche nella guida delle strutture; come nel caso del bravissimo Mario Ornaghi. E molte ancora solo le persone distribuite nel mondo che erano vicine a Alberto e con lui condividevano l’amore per la Scienza e la sua umanità. Alberto sapeva guidare chi aveva il compito di guidare, con coraggio (non dimentichiamo Goffredo Haus), e trasformava scienziati e fisici in nuove figure (Mariola Alberti è un esempio, ma non il solo). Appunto di Gianni Degli Antoni, già maestro di Alberto, poi suo allievo, che non vuole trascurare le molte strutture, dal Dipartimento al Dottorato, che Alberto ha guidato.

Gianni Degli Antoni - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
ricercatore e docente eccellente, collega generoso e gentile... amico carissimo.

Amici e colleghi dell'Università - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
maestro speciale che tutti stimavamo moltissimo. Sei stato, oltre che un amico, un grande esempio per tutti noi, con una capacità rara di sostenere e incoraggiare il lavoro di chiunque bussava alla tua porta, specie se giovani. Ti ricordiamo scienziato brillante che sapeva trasmettere entusiasmo e insieme profondamente umano e sempre disponibile... una persona unica. Ti dobbiamo tutti molto... non ti dimenticheremo mai!

I tuoi allievi di sempre - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
tantissimi ricordi affollano la mia mente. Mi limito a quando ti ho conosciuto quasi 30 anni fa, a quelle lezioni fuori dal comune che attendevo con ansia, alla passione che sapevi trasmettere e che mi ha spinto a cercare di seguire le tue orme. Sarai sempre presente nelle nostre ricerche ma soprattutto nei nostri cuori.

Giovanni - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
ho imparato molto da te: un po' di matematica combinatoria, un po' di algebra, teoria dei linguaggi, teoria della complessità... Ma ho imparato anche quel poco che so sull'arrampicare in montagna, e ho potuto fare con te, insieme con Luciana e con mia moglie, tante bellissime passeggiate che altrimenti non avrei mai fatto. Non avevi paura, a differenza di me, di prendere l'auto e inerpicarti per stradine improbabili, e poi a piedi per sentieri magari altrettanto improbabili. Quando il sentiero spariva, ci guidavi con passo sicuro: noi ci fidavamo, perché davanti c'eri tu. E noi dietro, a distanza: l'unica che riusciva a starti vicina era nostra figlia che, quand'era più grandina, si faceva un punto d'onore di riuscire a tenerti dietro. Quand'era più piccola, spesso te la caricavi in spalla... Eri uno che non si arrendeva: ogni tanto eri tormentato dalla gotta, guarda caso proprio intorno alle vacanze estive. Una volta stavi proprio male e noi siamo andati in gita senza di te. Ma superato un versante, scendendo, ecco che ti vediamo venirci incontro... con le stampelle, su per il sentiero, più agile di noi! E' evidente che, alla fine, tutti dobbiamo arrenderci. Ma forse non dobbiamo arrenderci all'evidenza...

Mauro Torelli - 13 feb 2014

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Caro Alberto,
ero dottorando, oltre venti anni fa, quando bloccato su una dimostrazione da mesi, bussai al tuo ufficio e nonostante non lavorassi con te e nemmeno sulle tue cose, ci sedemmo subito al tavolo. Dopo un interrogatorio di terzo grado sul problema, proponesti in pochi minuti due diversi metodi. Non ricordo se riuscimmo poi a dimostrare ma ricordo che uscii profondamente ammirato per l’accoglienza, la passione, il metodo, le conoscenze. Un secondo interrogatorio, lo subii qualche tempo dopo quando, scoperta la comune passione per la montagna, portai te e Paolo a scalare il Torrione Porro in Valmalenco. Nella camminata di avvicinamento dovetti dirti uno per uno i nomi di tutte le valli e vette all’orizzonte e anticiparti nei dettagli i passaggi che ci aspettavano. In arrampicata, su una placca sulla quale esitavo un po’ per lo scarso allenamento e l’incertezza sulla direzione da prendere, sentii dal basso il tuo “cazziatone” da tenente che mi minacciava bonariamente in caso avessi sbagliato via. Era incredibile, applicavi in montagna la stessa passione, metodo, rigore. Mi piace ricordarti con il sorriso di soddisfazione che avevi quando siamo arrivati in vetta.

Claudio - 13 feb 2014

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Caro Alberto,
molte volte nelle nostre discussioni in Dipartimento esordivi dicendo ”Non sono d’accordo…” e spesso riuscivi a convincerci. Questa volta mi sento personalmente di dire “ Non sono d’accordo su questo assurdo, ingiusto e ingrato destino”. Ciao.

Giancarlo - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
non ti ho disturbato quest'ultimo anno e mi dispiace averti conosciuto "tardi", appena 25 anni fa. Ti ricordo entusiasta delle riflessioni intelligenti su tutto. E su tutto e di tutto coglievi l'essenziale da cui partire per ulteriori riflessioni e ricerche. "Capire" cose importanti e difficili ti rendeva felice e trasmettevi questo piacere a chi ti era accanto. Sei stato simpatico, deciso, umano con tutti ed un grande maestro. La tua assenza ci peserà. In tuo onore e memoria possiamo ricordare il tuo metodo e la tua allegria e cercare di imitarli e ritrasmetterli.

Filippo - 13 feb 2014

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caro Alberto,
se c'e' un'altra vita oltre a quella terrena, ci starai guardando sorridendo, come in questa immagine che mi e' molto cara, scattata durante uno dei nostri interessanti incontri nell'ambito del nostro bellissimo, quasi ventennale, "progetto Prin". Te ne sei andato troppo presto, lasciando nella tua famiglia e nei tuoi amici e colleghi, vicini e lontani, un enorme senso di vuoto, insieme al ricordo di una persona dall'intelligenza singolare, di enorme cultura e di grande umanita'. E in me anche il rimpianto per non aver cercato piu' occasioni per discutere, interagire, dialogare, distratta dalle piccole cose della vita e dall'illusione che ci sarebbe stato comunque un domani. Con affetto,

Clelia - 13 feb 2014

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Ho conosciuto Alberto molto tempo fa, e molto gli devo, pur nella diversita` degli interessi di ricerca. Gli devo anche mille e mille strette di mano, ferocemente ferree, che mi mancheranno, giorno dopo giorno; ne vorrei un'altra, almeno un'altra.

Pierpaolo - 13 feb 2014

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Alberto,
ricorderò sempre i pranzi a casa tua a discutere e correggere la mia tesi di dottorato. Ti mando un ultimo saluto con grande affetto,

Marco Dorigo - 13 feb 2014

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L'ho saputo tardi. Non avrei voluto saperlo. Mancherà a tutti noi la tua guida, la tua passione, la tua verve. Ciao, Alberto!

Raffaella - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
ricordo pittoreschi aneddoti e metafore che usavi per scolpire (con successo) poche, fondamentali nozioni nelle giovani menti degli studenti affascinati ad ogni tua lezione. E ammetto di averne usate alcune. Grazie, da studente di allora, e collega di oggi.

Alessandra - 13 feb 2014

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Un giorno, più o meno nel'98, mi ero avventurato nel suo ufficio in cerca di informazioni per un esame. Sul suo tavolo aveva un libro: "Wild Footsteps Book", il libro delle tracce. Cogliendo l'occasione ho iniziato a parlare con lui di animali e di montagna. Con me c'era anche un'altro studente, un ragazzo che portava un orecchino d'oro. Il professore ci chiese se sapessimo da quale usanza derivasse tale moda. Noi ovviamente non lo sapevamo. "Erano i marinai a portare gli orecchini, era la ricompensa per coloro che seppellivano le vittime del mare che le onde portavano fino alla spiaggia" ci disse sorridendo mentre trafficava con le sue carte. Fino ad allora credevo che gli informatici fossero solo dei cupi smanettoni intenti ad occuparsi di computer e codice. Bertoni, quel giorno, ci insegnò come il nostro ruolo fosse privilegiato e consistesse nel dare una forma alla conoscenza. Una lezione semplice e magnifica di cui non posso che essergli grato. Grazie.

Davide Valsecchi - 13 feb 2014

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Caro Alberto,
non mi riesce venire a Milano per il tuo funerale, ma, visto che i tuoi allievi mi danno questa possibilita', voglio scrivere di getto due parole per ricordarti. Altri ricorderanno i tuoi tanti meriti scientifici, il sorriso con cui spiegavi cose difficili, sempre in un modo facile, sereno, diritto. Io voglio ricordare la tua figura umana nella nostra comunita'. Grazie di essere stato cosi' come sei, come eri. Grazie di avere creduto fermamente nella dirittura morale, nell'onesta', nel merito. Grazie per la tua arguzia, per la tua voglia di lavorare, per la tua instancabile infaticabile voglia di lavorare, per la tua bonta'. Siamo nati in un'epoca in cui tutto sembrava possibile, in cui il luminoso avvenire sembrava solo irto di ostacoli, ma li' pronto per essere preso. Un avvenire in cui tutti avessero diritto ad un lavoro equamente retribuito e a mettere le proprie capacita' al servizio della comunita'. Non ci sarebbero piu' state guerre, miserie. Cosi' non e' stato. Hai combattuto e hai lasciato un grande ricordo. Abbiamo cercato, ognuno con le sue capacita', di impedire che la nostra amata informatica contribuisse a incattivire il mondo: al momento sembra che il risultato non sia dei migliori, ma grazie lo stesso. Non credo che li' dove ora sei ci sia qualcosa e ci si possa incontrare, ma, se c'e', saluta Marco Protasi, Stefano Varricchio, Stutzenberger e i tanti che ci hanno preceduto. Un caro abbraccio

Patrizia - 13 feb 2014

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Non sono mai stato direttamente un suo allievo, ma ricordo il primo incontro con lui, nel 1983, quando col gruppo per l'esame di Cibernetica e Teoria dell'Informaione eravamo andati a chiedergli dei chiarimenti sui processi Markoviani. Ci accolse con grandissima disponibilità e ci chiarì i nostri dubbi. Ne ricavai l'impressione di una persona squisita e quell'impressione si è rinnovata tutte le volte che ho avuto l'occasione di incontrarlo in questi 30 anni. Una grande perdita.

Paolo Bottoni - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
o forse e' meglio che ti chiamiamo Prof. Bertoni. Ti ricordiamo come uno dei docenti piu' energici e vitali di STCM. Riuscivi ad essere divertente, brillante e, al contempo, ad insegnarci una materia complicata come Elaborazione Numerica dei Segnali, che solo a dirla viene il mal di testa. E' incredibile il lavoro che hai fatto con noi studenti di STCM. Grazie di cuore.

I tuoi studenti di STCM 2005 - 13 feb 2014

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Arrivederci Prof,
lei è stato e sarà sempre il mio prof preferito: grazie per le sue lezioni e il suo aiuto per la seconda laurea. Non la dimenticherò mai. Sono certa che un giorno ci rivedremo.Arrivederci Prof!

Judith Scardova - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
eri uno dei professori più brillanti, capaci di motivarci ed ispirarci con la tua inesauribile passione in ciò che ci hai insegnato. Non posso fare a meno di sorridere ripensando alle tue lezioni sempre cariche di energia, di battutacce, di semplicità e leggerezza anche nell'affrontare gli argomenti più difficili. Ora che sei lassù, al di là del rumore di questo mondo, magari ogni tanto mandaci ancora un Segnale!

Stefano - 13 feb 2014

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Serbo un ricordo carissimo dei momenti trascorsi assieme ad Alberto e manifesto un'alta stima per la sua personalità scientifica. Adesso prego per la sua anima.

Alfredo Ferro - 13 feb 2014

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Ciao Prof. Alberto,
sono stato suo studente STMC, ricordo con molto piacere e affetto il suo corso e le sue lezioni, è stato un ottimo docente. Buon viaggio! Grazie di tutto

Federico - 13 feb 2014

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Ciao prof,
la ricorderò sempre con un sorriso ripensando alle storie sui gatti che ci raccontava a lezione.

Laura Ippoliti - 13 feb 2014

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Ciao Prof,
sei stato l'insegnante che tutti avremmo desiderato avere, ricordo che mentre seguivo le tue lezioni pensavo "Sono proprio contenta di aver scelto informatica". Ci hai appassionato.

Valentina - 13 feb 2014

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Sono stato allievo del prof. Bertoni e con lui ho sostenuto 2 esami: "algoritmi e strutture dati e Linguaggi Automi e Formali" negli anni tra il 1999 e il 2000. Durante le sue ore di lezione era piacevole ascoltarlo perchè oltre a insegnarci le materie didattiche ci dava anche lezioni di vita. Era stimato moltissimo da tutti noi studenti.

Giovanni - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
sei stato mio docente in più corsi e mio relatore di laurea, non avrei potuto fare scelte migliori. Ai miei occhi rappresentavi perfettamente il Dipartimento per la tua eccezionale competenza, per la tua cordialità e disponibilità verso tutti e per lo stile che ti ha sempre contraddistinto. Il tuo esempio sarà sempre fonte di ispirazione per me e per tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerti. Grazie di tutto, riposa in pace.

Walter - 13 feb 2014

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Ciao Alberto, anche se non ci vedevamo spesso, ci si conosceva e stimava da così tanto tempo che sembra impossibile che non avremo più occasione di discutere e parlare di informatica e di arrampicate. Sei stato una colonna per i tuoi allievi e per la tua Università ma mancherai a tutti noi. Ciao

Maurizio Martelli - 13 feb 2014

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E' con profondo dolore che ho appreso oggi della scomparsa del carissmo prof. Bertoni. A lui devo i miei primi passi nel mondo dell'università. Ricordo con quanta devozione e passione dedicava il suo tempo all'insegnamento dell'Informatica. Grande conoscitore della materia ma senza mai farti sentire piccolo per avvicinarti ad essa. Grazie per averci sempre trattato con rispetto e per averci dedicato il tuo tempo. Tutti i professori dovrebbero prendere esempio da te... così grande e così semplice e alla mano. Non ti dimenticheremo mai. Grazie Alberto.

Roberto Denardo - 13 feb 2014

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Semplicemente il migliore professore che ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere.

Andrea - 13 feb 2014

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Non dimenticherò mai le sue lezioni e lo spirito con il quale insegnava. Grazie a lei ho trovato ciò che più mi piace fare nel mondo dell'informatica e grazie a lei molto probabilmente ho trovato la forza di proseguire nel mio piano di studi. Non la dimenticherò mai.

Un suo studente - 13 feb 2014

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Riusciva a trasmettere, a farti appassionare alla materia e Insegnava! Non parlava solo per auto-ascoltarsi...molti dovrebbero imparare.

Irene, una sua allieva. - 13 feb 2014

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Sei stato un professore degno di stima, competente e giusto, ricordo di averti guardato con apprezzamento mentre spiegavi, è sempre un dispiacere vedere le persone che vanno via, ma tu sicuramente rimarrai nei nostri ricordi.

Un laureato - 13 feb 2014

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Ricordo il suo corso tra i preferiti. Sentite condoglianze alla famiglia.

Olga Caprotti, ex allieva - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
Ho fatto solo un esame con te, ma lo ricordero' sempre.

Alessandro Monopoli - 13 feb 2014

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Io penso che sia stato uno dei migliori professori che abbia mai avuto, gli piaceva così tanto insegnare e divulgare le sue conoscenze scientifiche che non lo faceva solo coinvolgendo ed entusiasmando noi studenti senza annoiare mai, spiegando inoltre come tutto quello che stavamo studiando venisse usato nella realtà con degli esempi semplici e chiari, che ti facevano capire la lezione al volo. Penso che sia l'unico professore da cui ho imparato al meglio gli integrali e spiegava le cose con quella semplicità e padronanza che lo faceva a volte con la mano in tasca e il gesso in mano come se fossimo al bar tra amici, insomma era come se fosse uno di noi, uno di noi studenti, trasmettendo il suo amore per la materia mostrando come ciò che appariva difficile e complesso non lo era affatto, insegnante di vita, mai abbattersi alle prime difficoltà, questo per me il suo più grande insegnamento. Poi ricordo quando finita la lezione serale alle 19.30 iniziava a divagare con i suoi interessi sui segnali parlandoci di astrofisica con la propagazione dei segnali nell'universo e ritenendoli per me argomenti interessanti rimanevo con altri pochi studenti finchè a momenti non ci cacciavano fuori dall'uni perchè dovevano chiudere, rimaneva sempre in aula fino alla fine. Poi sempre gentile e disponibile per gli eventuali chiarimenti durante la lezione, ma anche all'esame, se sbagliavi, con un sorriso ti spiegava del perchè del tuo errore e ti dava possibilità di rimediare all'errore appena commesso, senza mai farti sentire a disagio. Un professore oltre che bravo anche buono di carattere. Abbiamo perso un grande, grandissimo professore. E' uno dei migliori professori che ricorderò sempre e rimarrà sempre nel mio cuore. Condoglianze alla sua famiglia. Che possa riposare in pace.

Giuseppe Rossini - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
sei stato un vero Maestro.

Giovanna - 13 feb 2014

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Ciao prof, la ricorderò sempre con affetto e ammirazione; a distanza di quasi quindici anni, ricordo ancora l'appello della sessione estiva di Linguaggi Formali e Automi, quando arrivò in stampelle e ci raccontò della sua rocambolesca disavventura in montagna... con la sua spontaneità e genuina simpatia riuscì a farci ridere e a disperdere in pochi minuti la tipica tensione da esame!

Paolo L. Scala - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
sono queste le notizie che ti sconvolgono la giornata. Ti ricorderemo tutti come una persona che ha saputo trasmettere passione e conoscenza. Non ricordo altri docenti paragonabili a te. Buon viaggio.

Vincenzo, un ex studente - 13 feb 2014

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Ciao Alberto,
Semplicemente un grande!

Gabriele - 13 feb 2014

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Ciao Prof,
Grazier per tutti gli insegnamenti. Grazie di tutto!

Massimo Chiodini - 13 feb 2014

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Caro Alberto,
sono trascorsi 34 anni da quando ti ho conosciuto, prima come docente, in seguito come amico, collega e compagno di cordata. Mi hai insegnato molto e abbiamo condiviso momenti bellissimi e intensi, sia sul lavoro sia nel tempo libero, uniti da una comune passione per la montagna. Mi vengono in mente infiniti episodi, come la volta che siamo andati con Christian a fare la cresta SO del Moregallo (foto) o un viaggio dal centro di Mosca all'aeroporto effettuato su bus pieni all'inverosimile, con le valigie tenute sopra la testa e con il terrore di perdere l'aereo e rimanere bloccati con un visto scaduto. Muoversi sempre all'ultimo minuto è sempre stata una tua caratteristica, sicuramente perché odiavi le inutili attese e probabilmente perché amavi cercare i limiti anche nelle piccole cose di tutti i giorni. Amavi la vita e le sfide che essa poneva, sempre affrontate con determinazione e spirito positivo. Rimarrai per sempre nei cuori di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti.

Paolo Massazza - 14 feb 2014

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Ho seguito le lezioni di dsp del prof. Bertoni nel 2007, di lui ho apprezzato parecchio come riuscisse a rendere interessante una materia un po' avara di spunti in tal senso, mediante continui esempi ed allegorie azzeccatissime; ricordo ancora che agli esami tutti sgomitavano per fare l'esame con lui, perchè con qualche esempio ben azzeccato (macchina?) riusciva a tirare fuori le nozioni corrette da noi studenti non sempre preparatissimi. Lo ricorderò come uno dei prof più meritevoli del dipartimento.

Alessio Cannizzaro - 14 feb 2014

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Sono addolorato per la tristissima notizia: sono stato tuo studente in vari esami a cavallo del millennio, e mi hai trasmesso la passione per gli algoritmi, insegnandomi cosa è veramente la computer science. Grazie di tutto.

Marco - 14 feb 2014

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Ho appreso solo oggi la triste notizia. Difficile esprimere con parole la tristezza che ho provato. Era da tanto che volevo passare a trovarla a ricevimento. E' stato mio relatore di tesi nel 2012. Ricordo con piacere i nostri incontri, i suoi insegnamenti, la sua umanità, la sua competenza e allo stesso tempo la sua semplicità e praticità Grazie di tutto professore, questo avrei voluto dirle. Per me resterà sempre il miglior Professore.

Andrea Sion - 14 feb 2014

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Ciao Alberto,
Ti abbiamo conosciuto come stimato collega e fraterno amico di Antonio. Ma è stato grazie al comune progetto di ricerca PRIN che anche noi “studenti di Antonio” abbiamo avuto la fortuna di apprezzare le tue qualità di scienziato, oltre che le tue grandi qualità umane. In occasione dei nostri incontri scientifici mostravi interesse per gli argomenti più disparati di cui ognuno di noi si occupava. Tutti noi ricordiamo il tuo sguardo attento e partecipe, le tue immancabili domande e gli stimolanti commenti quando esponevamo i risultati delle nostre ricerche. Eri di quelle persone che si entusiasmavano e facevano entusiasmare, con delle qualità umane e di comunicazione che azzeravano il divario fra ruoli accademici. Per te il professore e il dottorando erano semplicemente colleghi e amici con cui scambiare idee e parlare di ricerca alla pari. E tra un talk e l’altro era bello sentirti parlare con competenza di storia, di politica e di montagna. Da ogni conversazione con te si usciva inevitabilmente più arricchiti. E’ stato un piacere e un onore per noi averti conosciuto. Sei stato per noi un grande punto di riferimento. Ci mancherai tanto.

Chiara, Gabriele, Giovanna, Giusi, Marinella e Sabrina - 14 feb 2014

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Caro Albert,
ho avuto la fortuna di fare un po' di strada con te (troppo poca) e sebbene a volte mi sia allontanato sapevo che avrei sempre avuto qualcuno con cui parlare di qualunque cosa. Ora sei tu ad esserti allontanato, ma ancora sono certo che ci sarai sempre quando avrò bisogno. Adesso Albert vado a preparare l'esame per i nostri studenti che hai sempre amato e mi hai insegnato ad amare come la cosa più bella del nostro lavoro. Ciao.

Mere - ex studente, ex tesista, ex dottorando, ex collega, sempre vicino - 14 feb 2014

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Ciao Alberto,
l'ultima volta che ci siamo visti tu stavi già male. Al momento dei saluti mi hai sorriso e mi hai detto "Grazie Beatrice", ed io sorpresa e senza parole mi domandavo dove trovassi la forza di sorridere ancora. Adesso posso risponderti: "Grazie a Te Alberto!" e scusa se non sorrido.

Beatrice - 14 feb 2014

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“Dunque…” cosi’ esordivi entrando nel mio ufficio per discutere di qualche questione di dipartimento o facoltà e capitava poi che parlassimo anche per un pomeriggio intero. Le parole non mancavano mai, casomai il tema era smettere di parlare. Adesso invece che vorrei dire tante cose, le parole improvvisamente mi mancano. Conserverò sempre il ricordo della persona razionale, appassionata e instancabile che sei stato in tutto ciò che hai fatto. Ciao Alberto

Silvana - 14 feb 2014

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E’ difficile trovare parole non banali e scontate in questi momenti. L’ho incontrata da docente, l’ho conosciuta da Direttore e l’ho stimata e apprezzata come uomo. Mi piace ripensare alle discussioni sui problemi burocratici che proprio non riusciva a “digerire”, intercalate da appassionati racconti di montagna ed episodi camerateschi di militare. Ricordo simpaticamente quando metteva un “segno di riconoscimento” sulle scale, o nei corridoi per verificare se l’impresa puliva veramente dicendo: “così si faceva in caserma!” Ora passo nei corridoi che sembrano vuoti, guardo sorridendo quei batuffoli di polvere e mi viene spontaneo sussurrare, Ciao Direttore. Ho un unico rammarico: non essere riuscito ad organizzare quella famosa cena con le “ragazze” delle segreterie. Riposi in pace Prof.!

Stefano Giudici - 14 feb 2014

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Oggi dopo tanti anni mi è venuto in mente di andare sul sito del Dipartimento. Non avevo un motivo particolare, ma è come se qualcosa mi dicesse di andarci. A scriverlo non ci credo neppure io, ma è così. Non ho parole per spiegarmi. Appena ho visto “Alberto Bertoni: In memoriam” mi si è gelato il sangue. Non sapevo e non immaginavo. In dicembre sono passato dalle parti di via Comelico per una commissione e ho pensato di passare dal Prof a salutarlo. Non l’ho fatto e ora non me lo perdono. Sto scrivendo a caldo, ho appena saputo e faccio fatica a trovare delle parole. Mi viene in mente il periodo in cui preparavo la tesi con lui, nel 2002, e a qualche anno fa quando da lui sono tornato per raccontargli dello studio che stavo facendo su un problema di complessità, argomento al quale mi sono appassionato grazie al suo entusiasmo. Grazie Prof. Bertoni, grazie dal profondo del cuore. Non la dimenticherò mai.

Paolo Solimeno - 14 feb 2014

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Alberto era una persona gentile, disponibile, generosa. Emanava simpatia per la cordialità con cui si rivolgeva a tutti. Colpiva per la carica, la risolutezza, l’energia, la presenza di spirito. Una di quelle persone che ti riconciliano con il mondo e con la vita.

Mimmo - 14 feb 2014

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Ci sono persone che con le loro qualità ci ispirano, assurgono a nostri modelli. Per me il prof. Bertoni, con la sua passione per l’informatica teorica, la pluralità dei suoi interessi, la sua integrità scientifica, ma anche la sua peculiare umanità, era una di queste. Ricordo con affetto le nostre chiacchierate, che spaziavano dalla meccanica quantistica alla storia ad Alan Turing, piene dei suoi curiosi aneddoti, ed in particolare ricordo la sua capacità di farti sentire alla pari, nonostante lui fosse, beh, il prof. Bertoni, e io solamente uno studente con una forte passione per l’informatica teorica. Ricordo infine la sua forza e positività persino durante la malattia. Anche ora che sei scomparso, sono convinto, rimarrai fonte di ispirazione e modello per più generazioni di ricercatori. Almeno per me sicuramente.

Luca - 14 feb 2014

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Alberto, quanti anni passati da quando ti incontrai a Vietri sul Mare e poi a Milano, ormai più di venti. La laurea in fisica e le reti neurali in comune. Io all'inizio della carriera, tu già affermato ma sempre disponibile, curioso ed interessato alle novità. Resto con il rimpianto di non averti più visto negli ultimi anni e di non poterti più rivedere, dopo questa notizia che mi coglie di sopresa e mi riempie di tristezza.

Roberto Battiti - 14 feb 2014

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Ὄν οὶ θεοὶ ϕἱλοῡσι ἀποθνὴσκει νεὸς
Tutto avrei potuto immaginare ma non di sopravvivere ad Alberto! La sua scomparsa mi rattrista e mi addolora. Ricordo Alberto (ZL), il prof Bertoni, oltre che per le sue doti di ricercatore e studioso, per la sua "gentilezza", il suo “equilibrio” e la sua “equità”, che lo rendevano prezioso e indimenticabile modello, difficile da eguagliare, ma sempre da imitare.

Emanuele Angeleri - 14 feb 2014

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L'11 faceva capolinea a Piazza Leonardo da Vinci e si riempiva di studenti che poi scendevano per lo più in Piazza Cadorna per prendere un treno; qualcuno, pochi, proseguiva. Non si potevano non notare Alberto e Giampiero, studenti di fisica del II anno, alti, entusiasti e chiacchieroni. Parlavano di matematica e di fisica e per 30 minuti Bella, matricola, si informava su questo e quello: sui docenti, sugli esami, su cosa fare e come fare. Peccato che il mattino dopo io studiassi analisi I con Bella, che riportava sostenendo che bisognasse anche fare quel teorema e quella dimostrazione…. glielo avevano detto Alberto e Giampiero…. E così finimmo per studiare oltre il punto in cui era arrivato Ricci e demmo l'esame il giorno dopo la fine del corso, in pre-appello. Alberto ci è venuto a trovare con Luciana qualche anno dopo a Champoluc e siamo andati al Rifugio Mezzalama. Sulla via del ritorno sostenendo che in discesa si va per la linea di massima pendenza ci fece scendere lungo una via che mai ho pensato che gli umani potessero fare, saltando come capre tra massi enormi a traballanti. Da quel momento non ebbi più le stesse ginocchia ma conobbi la soddisfazione di fare saltando quello che pensavo si potesse fare solo con gli sci ai piedi! Alberto e Giampiero, ve ne siete andati entrambi così presto! E pensando a voi, all'entusiasmo, all' intelligenza e alla generosità che vi contraddistingueva e accomunava, rifletto: ma l'università oggi è ancora in grado di riconoscere e allevare persone come voi o ci siamo persi qualche indice? Un abbraccio.

Mariola - 14 feb 2014

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Ciao Alberto,
fa un po’ impressione pensare che ci siamo conosciuti quasi trent’anni fa (io ne avevo 4), fa ancora più impressione pensare che tu non sia più qui con noi. Ogni estate, quando tornavamo dalla montagna ero sempre triste perché quelle fantastiche settimane passate con te, Luciana (a cui mando un abbraccio fortissimo) e i miei in vacanza erano tra le migliori dell’anno. Ti sei anche preso delle belle responsabilità a scorrazzarmi in giro (incluso ghiacciai e ferrate) a volte anche senza i miei. E mi hai accompagnato ai miei primi concerti di musica classica, mi hai fatto apprezzare i cori alpini e De André. Avevi una cultura eterogenea, tante passioni ma la capacità di non prenderti troppo sul serio. I ricordi si affollano nella testa… Per me sei sempre stato un modello di tenacia, ma col sorriso. Grazie, Alberto, per tutto quello che mi hai insegnato. Ora vorrei salutarti con una delle tue formidabili strette di mano e, come quando ci lasciavamo alla fine delle vacanze, dirti: « Buon viaggio »

Maria Torelli - 14 feb 2014

Unimi

Ho appena letto della scomparsa del Professore. Sono frastornato e dispiaciuto per una così grave perdita per la nostra Università. Ho avuto l'opportunità di essere un suo studente e ricordo con piacere l'impegno e la passione che metteva. Sono persone come Bertoni che hanno fatto e fanno grande la nostra Università ed è come a persone come Bertoni che devo tanto della mia vita accademica e professionale. Addio Professore.

Un suo studente - 14 feb 2014

Unimi

Ciao Professore,
non mi pare vero che tu non ci sia più. Ancora ti ricordo fiero e sicuro davanti alla lavagna, sorridente e simpatico. Oppure ti ricordo nei corridoi del dipartimento mentre camminavi deciso e poi ti fermavi a conversare con i tanti che ti cercavano. Ricordo che una volta entrai timidamente nel tuo studio per un ricevimento e ne uscii felice dopo due ore durante le quali toccammo tantissimi argomenti spaziando da temi di informatica alla storia della matematica. Sono sempre rimasto colpito e lusingato del tempo che dedicavi a uno studente qualsiasi come me. Notavo il piacere sincero nello spiegare e rispiegare in termini sempre più semplici i concetti più complicati. Ci fu una volta in cui mi ringraziasti per averti fatto notare una svista di battitura su una tua dispensa. Beh! Te lo dissi allora e te lo ridico adesso: sono io che ti ringrazio Professore, per tutto quello che ci hai trasmesso, per l' amore per la Scienza, per la gentilezza dei modi, per la nobiltà e per l'esempio straordinario di dedizione al sapere. Arrivederci Professore, mio maestro per sempre di vita e di pensiero.

Pierpaolo - 15 feb 2014

Unimi

Ciao Alberto,
mi ricorderò per sempre di te, delle tue lezioni, semplici e stra efficaci, del tuo entusiasmo che riuscivi a trasmettere specie a noi studenti e tesisti, della tua umiltà .. così come la tua persona e il tuo sapere, immenso, riuscivano a coglierci e catturarci in una maniera semplice e umile, così come la tua persona. Con affetto

Cristian - 15 feb 2014

Unimi

Alberto,
ti saluto con gratitudine, perché hai contribuito ad annodare, con mano "leggera", i fili delle nostre famiglie in un un tappeto meraviglioso, grezzo, prezioso, di spessori diversi, con colori a contrasto, con toni in continuum. Mi piace "ricordare il primo ricordo": le discussioni di politica, tra te e mio padre, mentre tu eri studente all'Università, il mondo mutava e tu ti appassionavi e vivevi in prima persona il cambiamento epocale. Discussioni accesissime, eppure divertenti. Mio papà non concepiva come la tua idea politica potesse combinarsi con la tua intelligenza brillante e fuori dal comune e cercava di ...redimerti. Finivate con l'andare in montagna a camminare e ti faceva portare il suo zaino, mentre lui saliva leggendo il giornale. Ti voleva un gran bene. Per il resto della vita non ci siamo frequentati molto, ma quelle volte che ci si vedeva a casa o a Temù, era semplicemente bello, bello parlare con te e Luciana. C'è sempre stata distensione, grande respiro, illuminazione, umiltà, orizzonti oltre la realtà visibile, grandezza nella tua presenza. Ti ho incontrato un pomeriggio in metro, andavi a tenere una conferenza non so più dove, forse in fiera. Mi avevi detto l'argomento e non ci avevo capito niente, ma tu spiegavi come fosse acqua fresca. Tra me e me meditavo: non ha un foglio in mano, non è ingessato e incravattato, non ha l'aria da sapientone, ma ha una testa da paura. Qualche anno fa tu e Luciana avete accompagnato me e Matilde dai Vostri amici di Olginate, perché avevo bisogno di una traduzione ed è stato un pomeriggio bellissimo, lontano dal chiacchiericcio sterile, intriso della genuinità dell'amicizia. Le parole che meglio ti rappresentano sono Semplicità e Grandezza, con le maiuscole però.

Luisa - 15 feb 2014

Unimi

Caro Alberto,
mi è così difficile scrivere, hai veramente lasciato un vuoto, eri con me da quando mi guidavi, con Gianni e Giancarlo, nei miei primi passi nella ricerca. Ho scelto di fare una tesi con te su suggerimento di una cara zia, alla quale avevo confidato la mia paura di lavorare con una persona da tutti descritta come un genio. Mi ha detto "se nella vita hai la fortuna di incontrare qualcuno così intelligente, seguilo" e così ho fatto. E come me, tanti altri. La tua mente era come uno di quei cristalli che ti piacevano tanto, come un giorno di vento in montagna: limpida, pulita, brillante. Non smettevi di scavare dentro un argomento finchè non era finalmente chiaro, anche se tecnicamente difficile. Per questo sei stato un maestro straordinario per tanti studenti, che infatti si ricordano di te con tanto affetto. Tanti anni, tanti ricordi, il tuo carattere così forte, carismatico, generoso, ma anche la tua allegria e la tua dolcezza che volevi a tutti i costi nascondere. Le discussioni, le passeggiate, gli amici che raccoglievi intorno a te, il tè dopo una scalata, le immancabili visite ai miei con la tua carissima Luciana. Mi manchi tanto.

Nicoletta Sabadini - 16 feb 2014

Unimi

Non trovo le parole per un dolore così grande: non perdo solo un maestro, ma soprattutto un grande amico.

Giorgio Valentini - 16 feb 2014

Unimi

Professore stimatissimo, la corsa che si faceva per arrivare puntuali e desiderosi di occupare le prime file di un'aula già gremita, ancora la ricordo. Così come ricordo il suono della sua voce, e le spiegazioni che davano un senso ai numerosi simboli e segni fissati ancora con il gesso sulle due grandi lavagne; e quell'aria sorniona che tranquillizzava espressioni attonite e sembrava dire: "è un concetto semplice". E c'era poi quel modo buffo di attorcigliare al collo il filo del microfono, per avere il massimo della libertà di movimento. Per sempre ricorderò poi il sorriso per niente trattenuto quando, spostandosi da un lato all'altro della pedana, è incappato in un cestino, nel quale è finito con un piede. Ciascuno avrebbe voluto precipitarsi per aiutarla...ma lei ha risolto da solo e, sempre ridendo, ha continuato la spiegazione... E' stata una lezione di "Metodi..." bellissima...

Pieranna D'Alberti - 16 feb 2014

Unimi

Caro Alberto,
ci hai lasciati in tanti tristi e un po’ svuotati in questi giorni. Chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerti non ha potuto non apprezzare il tuo amore per la scienza, unito ad una profonda umiltà e rispetto per tutti. Anch’io, dottoranda al mio primo convegno, fui stupita da questo professore milanese che, con tanta semplicità, si avvicinò a chiedermi spiegazioni per voler capire di più, come se anch’io potessi comprendere come lui o fossi al suo livello. E che per lavorare insieme, mi ospitò nella sua casa, dove lui e Luciana mi colmarono di attenzioni. Non potrò dimenticarlo. Alberto, sii sempre per tutti noi esempio di amore per la conoscenza, modestia e rispetto dell’altro, nel nostro lavoro e nella nostra vita, ricordandoci quanto di bello e di grande può esserci in ogni uomo.

Marcella - 16 feb 2014

Unimi

Ciao Alberto,
ti ricordo sempre disponibile con tutti, pronto ad aiutare e a prenderti carico dei problemi e delle situazioni difficili, sempre con il sorriso e un po’ di sana ironia che derivava forse dall’avere le spalle larghe; mai forte con i deboli. Vivevi con grande passione la didattica e con spirito di servizio, da vero alpino, gli incarichi che via via hai avuto, cercando onestamente di trovare il meglio per tutti, forse per gli altri prima che per te stesso. Anche per questo in tanti ti sono rimasti sinceramente affezionati. Anche se non abbiamo mai avuto l’occasione di lavorare assieme (e un po’ mi dispiace), dimostravi la tua generosità anche nella ricerca, condividendo con gli altri le tue idee, intuizioni e progetti. E colpiva la tua capacità di rendere con poche parole, in modo chiaro e incisivo concetti difficili. Avevi forsti interessi anche al di fuori della ricerca: la montagna e la storia, e ti piaceva tanto discuterne con passione e competenza. Forse sognavi di poterlo fare attorno al caminetto della baita che stavi costruendo. Non hai fatto in tempo. Ti sia lieve la terra.

Alberto (un collega) - 16 feb 2014

Unimi

Caro Alberto,
ci conosciamo da una vita, mi pare: da quando ho messo piede in università come studente. Eri il presidente della mia commissione di laurea, c’eri quando ho finito il dottorato e ci sei stato sempre dopo. Ti ammiravo molto, chissà se te l’ho mai detto; temo di no: queste cose non si dicono, ed è un peccato. Te lo dico adesso, quindi, sperando che non sia troppo tardi. La verità è che sei stato, per tutti noi, semplicemente l’esempio di come dovrebbe essere una persona che fa il nostro lavoro: curioso, umile ed entusiasta. Se anche questo fosse tutto ciò che ci rimane di te, non sarebbe affatto poco.

Paolo - 17 feb 2014

Unimi

Un caro saluto ad Alberto. Ti vogliamo pensare mentre voli sulle ali del vento in mezzo alle cime a te tanto care e sorridendo ci saluti dall’alto. Grazie per il bel ricordo che ci lasci.

Emanuela e Francesca - 17 feb 2014

Unimi

Sono venuto a saperlo per caso, e dopo tanti anni mi è tornato in mente il mio vecchio professore di Metodi. Gli devo tanto. Il suo esame è stato forse il più bello che ho sostenuto. Era l’immagine di quell’università che avrei voluto vivere, anche se a parte per pochi esami così non è stato. Una profonda gratitudine per quello che è riuscito a trasmettermi e io sono riuscito a interiorizzato. Grazie ancora.

Fabio - 17 feb 2014

Unimi

Caro Professore,
è stato un onore aver frequentato il suo corso serale di Linguaggi Formali. Che dire... un Docente davvero unico, ma soprattutto raro; riusciva a trasmettere la sua passione di insegnamento anche dopo le 18.30 donando a tutti gli studenti presenti un entusiasmo del tutto inaspettato. Grazie di Cuore!

Daniele - 17 feb 2014

Unimi

Te ne sei andato prima che riuscissimo a fare quella discussione sull’informatica come scienza empirica o naturale che ci eravamo riproposti dopo un tuo intervento in consiglio di Dipartimento poco prima che la malattia si manifestasse. Accidenti, ci tenevo proprio a parlarne, perché dopo tanti anni (oddio, mi accorgo che sono quasi 40!) nello stesso dipartimento, poteva essere un’occasione per lavorare direttamente con te. Quasi quarant’anni: tante immagini si affollano alla mente, ma forse ce ne è una che spicca sulle altre, forse perché mi fa tornare ai tempi in cui eravamo giovani: era nei primi anni del GEC, andammo tutti insieme a trovare Carla e tu ti sei messo a … camminare sul muretto che fiancheggiava il sentiero, con quella forza fisica e giovanile entusiasmo che facevano così parte di te. Ciao, Alberto.

Fiorella - 17 feb 2014

Unimi

Ho saputo per caso e troppo tardi - un grande dolore, tanto grande quanto i ricordi dei tuoi corsi, tra i più belli che abbia frequentato. Una grande perdita per il dipartimento.

Luca Gilardoni - 17 feb 2014

Unimi

Non dimenticherò mai la passione con cui insegnavi e l'impegno con cui motivavi gli studenti che come me si avvicinavano alle materie che spiegavi. Un esempio di umiltà e professionalità a cui tutti dovrebbero attingere.

Alberto Sarullo - 17 feb 2014

Unimi

Per quanti, come me, hanno avuto la fortuna di seguire le sue lezioni il Professor Bertoni è stato qualcosa che si avvicinava al mito. Da lui abbiamo appreso i fondamenti dell’informatica teorica in lezioni che “valevano il prezzo del biglietto” (una, memorabile, inverno 1986, tenuta con i doposci…). In lui abbiamo ammirato l’intelligenza poliedrica unita ad una grande semplicità. Di lui ci resterà per sempre il ricordo di un insegnante straordinario, rispettato come un padre e amato come un fratello maggiore.

Biagio - 18 feb 2014

Unimi

Alberto, ti abbiamo incontrato quando eravamo studenti di Dottorato e ti ricorderemo sempre per la passione con cui ci hai insegnato, per la foga delle discussioni dentro e fuori dell'Università, per la cordialità e la disponibilità nella vita di tutti i giorni, e per le (dolorose) strette di mano! Porteremo con noi i tuoi insegnamenti e la gioia di essere stati tuoi allievi, anche se per poco tempo.

Felice Cardone, Susi Donatelli e Ugo Solitro - 18 feb 2014

Unimi

Caro Alberto,
ci siamo incontrati pochissime volte, ma ho sempre avuto un'ottima impressione. Abbiamo tutti perso una persona validissima.

Enrico - 19 feb 2014

Unimi

Professore, di me non si ricorda di certo, io di lei si' e molto bene. Sono un suo ormai "antico" studente. L'esame con lei e' del luglio 1988. Lei e' sempre stato il mio mito all'interno dell'Universita', il migliore di tutti. Forse perche' l'ho avuta come docente e ne ho apprezzato quella che credo davvero sia stata una mente geniale. Il corso che ho seguito era "Metodi per il Trattamento dell'Informazione", per tutti "Metodi". Ricordo che lo scritto era "impossibile", ma lo ricordo bellissimo. Cinque problemi difficili, ma eleganti e stimolanti. I moltissimi 18 o giu' di li' poi si trasformavano spesso in 30 o anche piu' all'orale. Ho ancora ben in mente il suo libro su cui abbiamo studiato. Solo 68 pagine. Ora ce l'ho qui davanti: edizione Clued del 1987. L'ho sempre definito il libro che ha il rapporto (quantita' di informazione) / (numero di pagine) tra i piu' alti che conosca (un bel match con "Winning Ways" per chi lo conosce). Gli argomenti ? Fantastici. Per me scolpiti in modo indelebile nella memoria: le funzioni ricorsive, l'impossibilita' di scrivere un compilatore corretto, l'halting problem, il teorema di Immerman, appena scoperto nel 1986. Le lezioni ? Ricordo piu' volte rispondere alle domande con "va beh, questo e' semplice, ...", snocciolando poi in effetti spiegazioni con tips & tricks teorici elegantissimi. Quando ricordo gli ormai lontani tempi universitari penso spessissimo a lei, e questo di sicuro non cambiera'. Saluti.

Marco Broglia - 20 feb 2014

Unimi

Era il 6 dicembre 1986. Stavo esponendo la mia tesi di laurea alla commissione che presiedevi in via Moretto. Chi firmava verbali, chi chiaccherava, tutti facevano altro. Dopo poche parole della esposizione ho visto i tuoi occhi farsi attenti e la postura erigersi a chiedere attenzione per quello che stavo dicendo. Nei giorni precedenti andavo dicendo che solo tu avresti potuto capire e che speravo di averti in commissione. Non posso scordare il sorgere di quello sguardo e le parole di elogio che ne seguirono. Ero salito per un attimo sulle spalle del gigante. Non ci sono mai piu' stati momenti così.

Carlo Pocchini - 20 feb 2014

Unimi

Ciao Alberto,
sono passati quaranta anni da quando ti ho conosciuto, da quando insieme a Gianni e agli altri colleghi e amici di Firenze, Pisa, roma e Napoli, abbiamo dato vita al primo esile gruppo di ricercatori italiani di 'informatica teorica'. Dopo di allora, al tempo dei progetti 40%, ci siamo ritrovati innumerevoli volte in convegni e workshops e ogni volta che ti ascoltavo parlare rimanevo stupito e ammirato per la vastita' delle tue conoscenze matematiche e per la profondità e l'eleganza dei tuoi risultati, che tu, con la modestia che ti ha sempre distinto, facevi apparire come semplici e naturali argomentazioni. Vorrei tanto poterti incontrare ancora e parlare ancora te delle nostre ricerche. Ti ricordero' sempre con grande affetto e con stima profonda.

Giorgio Ausiello - 21 feb 2014

Unimi

Sono Luciana, la moglie di Alberto e mi permetto di infilarmi in questi splendidi ricordi per dire grazie a colleghi, studenti ed amici per le numerose testimonianze di affetto e di stima nei suoi confronti. Se nel leggerle mi commuovo e il dolore per la sua perdita si fa più struggente, nello stesso tempo le vostre parole sono fonte di conforto e di calore. Siete tutti nel mio cuore insieme a lui. Grazie.

Luciana - 21 feb 2014

Unimi

Ciao Alberto,
Sono rimasto basito dallo notizia. Non posso altro che ricordare con affetto tutte le tue lezioni di tutti i corsi che tenevi e che io rigorosamente partecipavo!! Ricordo con piacere quando decisi di seguire la tua proposta di tesi innovativa, mente assolutamente brillante e geniale. Il tuo approccio ai problemi e la tua filosofia di vita hanno marcato il mio cammino. Quando penso al DSI i miei ricordi sono legati a te! Il mondo ha perso un grande!! Conservero’ per sempre il tuo ricordo nel cuore ed utilizzerò i tuoi insegnamenti per tutto il tempo che la vita mi concederà. Grazie ancora

Simone Marzorati - 24 feb 2014

Unimi

Ciao Prof,
oggi ho appreso questa terribile notizia. Quando penso agli anni universitari, agli esami, ai professori, mi balzano subito in mente la sua simpatia e la sua competenza. Le lezioni in prima fila, gli esami, il progetto sugli algoritmi genetici. La ricorderò per sempre per la sua preparazione, per la sua passione per l'informatica, per la sua capacità di coinvolgere gli studenti in lezioni mai noiose, ma anche per le sue battute che interrompevano la tensione con costanza. Veramente difficile trovare le parole per esprimere tutta la mia gratitudine, ma voglio solo dire che sarà per sempre un esempio da seguire. Con affetto.

Pietro Nicosia - 26 feb 2014

Unimi

Ciao Alberto,
sono stato un tuo studente e ho sempre amato il tuo modo di insegnare. Ogni tua lezione la trattavi sempre con una incredibile passione e con una chiarezza disarmante, come se gli argomenti fossero semplici anche se in realtà non lo erano. Sapere insegnare significa anche riuscire a catturare l’attenzione degli studenti e esprimersi con semplicità, cosa che tu sapevi fare alla grande. Per questo per me me sei stato il miglior professore che abbia mai avuto. Grazie,

Silvano Sfilio - 26 feb 2014

Unimi

Caro prof,
vengo da una generazione che il tu al prof non lo dava, ho saputo solo adesso e non riesco a credere a quello che ho letto.... Lei resterà sempre il mio mito e la ricorderò come nella foto della mia laurea, 12 anni fa, che spicca ancora a casa dei miei. in cui lei era presidente, e si congratulava con me. Purtroppo o per fortuna, ho deciso di non restare in università e da 11 anni sono all'estero, pensando sempre che un giorno sarei passata a salutare e ringraziare per tutto quello che ci ha insegnato. L'ho fatto solo un paio di volte e non immagina la gioia di vedere che si ricordava di me. Adesso ho scoperto che non potrò più farlo, e che non troverò più il suo sorriso in Comelico; un sorriso che ironico e aperto che metteva a proprio agio chiunque, anche durante gli esami. Per noi che l'abbiamo conosciuta e siamo stati suoi studenti, è una grande perdita, ma lo sarà di più per chi entrerà in università e non avrà la fortuna di assistere alle sue lezioni, che non avrei perso per niente al mondo. Per non parlare della possibilità di passare in qualsiasi momento in ufficio e chiedere spiegazioni o farci una chiacchierata. Il DSI ha perso un pilastro: fate in modo che non ci si dimentichi di Alberto!

Donata - 27 feb 2014

Unimi

Studente di numerosi corsi del Prof. Bertoni nei primi anni 2000, il mio ricordo va a una delle tante metafore usate con sapienza per spiegare in modo semplice concetti complessi: la mitica storia del Generale Custer e dei 1003 indiani (o almeno cosi' e' impressa a fuoco nella mia memoria), ancora usata con amici e colleghi...ciao Prof. grande divulgatore che hai insegnato a me e a molti altri come l'infomatica non sia fatta solo di pc e bit..

Matteo - 27 feb 2014

Unimi

Non sono stata né allieva né collega di Alberto, siamo solo stati giovani insieme a Barlassina, il paese dove siamo cresciuti e dove abbiamo poi sempre vissuto. Mi permetto di salutarlo su questa vostra bellissima pagina. E’ stato un grande uomo, molto conosciuto e amato in paese, un raro esempio di nobiltà morale. Da parte mia mi preme ricordarlo come un grande amico: la sua bontà, gentilezza, l’affetto sincero sono stati per i suoi tanti amici e amiche una vicenda di vita fondamentale e indimenticabile. Le storie personali ci hanno in seguito allontanati, ma, se capitava di incontrarci, Alberto non mancava di esprimermi ogni volta la sua gioia e il suo affetto. Desidero anche ricordare che Alberto ha creduto nell’impegno politico come servizio per il bene comune, schierandosi comunque sempre dalla parte dei più deboli. Abbraccio Luciana e sono vicina a Angela e famiglia, ai suoi fratelli, a Giampiero e famiglia e a Franco.

Milli Meyer - 28 feb 2014

Unimi

Lo ricordo studente universitario entusiasta e giocherellone, sempre disposto con Giampiero a spiegare con leggerezza qualche teorema ... quante risate!!

Bella - 3 mar 2014

Unimi

Ciao grande Alberto. Ti ricordero' per sempre. Riposa in pace.

Luca - 8 mar 2014

Unimi

Ciao Prof Bertoni, spero che lei abbia cambiato vita circondato solo dall'amore e che non abbia lasciato niente in sospeso. Spero che lei abbia cambiato vita con un respiro leggero e un sorriso stampato sul viso. Di lei mi ricordo la capacita fantastica di spiegare cose difficili per noi in una maniera molto semplice. Da lei ho imparato a cercare di capire i dettagli ma di non perdermi in loro. Da lei ho imparato l'amore nel condividere la conoscenza con gli altri. Da lei ho imparato l'umilta' nello studio e una delle lezioni piu belle e' stata quella di trattare allo stesso livello tutti. Addio Prof Bertoni. Un giorno ci rivedremo e spero di incontrarti con un sorriso stampato sul viso.

Altin Uku - 11 mar 2014

Unimi

Ciao Professor Bertoni,
apprendo la triste notizia casualmente avendo visitato il sito del Mere (mio compagno di studi informatici a cavallo degli ottanta/novanta). Non ho parole. Sono frastornato e dispiaciuto. Sono stato anch'io un suo studente. Lo ricorderò sempre con stima ed affetto. Addio Professore.

Luca Masini - 15 mar 2014

Unimi

Professore,
ho dei bellissimi ricordi legati ai suoi corsi di studio ed agli esami che ho sostenuto con lei. Gli studenti, me incluso, l'hanno sempre stimata e rispettata.

Moretti Marco - 27 mar 2014

Unimi

caro Alberto,
ho saputo solo oggi, ed è stato uno shock. Non ci vedevamo spesso, ma c'era affetto e stima nei nostri incontri. Ricordo con piacere (adesso ahimè con nostalgia) le nostre chiacchierate e le cene a Vietri con te e Paola. L'ultima volta che ti ho visto è stato per una commissione di dottorato a Milano, e anche in quell'occasione siamo poi andati a mangiare qualcosa assieme. Ho molto ammirato il tuo rigore, scientifico e morale, e al tempo stesso il tuo calore umano, la capacità di entrare in sintonia con chi avevi di fronte (almeno con me). Mi viene in mente adesso che ti devo anche un clamoroso salvataggio, quando allo IIASS di Vietri eravamo rimasti chiusi in ascensore con Bruno Apolloni e molti (troppi) altri colleghi. L'ascensore non si apriva, gli impiegati erano già andati via e per mancanza di campo non riuscivamo a contattare il 112 coi cellulari. Per fortuna c'eri tu in giro, e sei riuscito dall'esterno a forzare l'apertura della porta, prima che cominciassimo a soffrire per insufficienza di ossigeno. Un raffinato teorico che se la cavava anche col cacciavite! Mi dispiace di non averti conosciuto meglio, spero che tu non abbia sofferto troppo. Un abbraccio.

Roberto - 16 apr 2014

Unimi

Ciao Prof, che belle e leggere le tue lezioni di Metodi... forse era il 1994 ... lasciavano la voglia di andare avanti anche a chi come me era già un po' troppo vecchietto per la ricerca ... mi piace immaginarti ora con Miglioli, così diverso da te ma di uguale affabilità e simpatia ...

Pietro - 13 mag 2014

Unimi

Caro Professor Bertoni,
la prima volta che ho sentito parlare di Lei fu quando mio cugino che stava seguendo il suo corso di Metodi la defini' un genio. Io purtroppo avevo deciso di non seguire e di studiare solo sui libri e Dio solo sa cosa mi sono perso. Ho assistito per caso ad una sua lezione e mi ricordo ancora che mi colpi' per la trattazione chiara, ma rigorosa. L'esame non l'ho sostenuto con Lei perche' facevo parte dell'altro corso. Infine qualche anno fa ebbi il coraggio di sottoporle una mia idea su un articolo di argomento combinatorio. Lei mi accolse molto simpaticamente, paragonandomi per scherzo a Fermat, matematico dilettante che era in realta' un giurista. Mi disse che la cosa doveva essere piu' formalizzata ed aveva ragione. Adesso che e' in cielo la ringrazio per il consiglio perche' sono riuscito a pubblicarlo l'articolo.

Giacomo Ghilotti - 10 lug 2014

Unimi

Ciao Alberto,
sei sempre stato un mio Maestro fin dai tempi di Via Viotti. Grazie di tutto.

Tullio Tognotti - 27 lug 2014

Unimi

Può una persona che incontri, casualmente, nella tua strada influire pesantemente e perennemente nella tua vita? E’ successo a me con Alberto Bertoni nel lontano 1981. Ero studente di matematica all’università della Calabria e, solo per caso, ho seguito il suo corso di Tamc. Per farla breve, pur essendo lui rimasto lì a fare lezione solo per un semestre, sono rimasto così colpito che ho deciso di fare la tesi con Alberto: alla fine sono stati più gli incontri a Milano che non quelli a Rende. Ma è l’argomento che mi ha proposto (i tipi di dati astratti) che mi ha aperto un orizzonte professionale e, soprattutto culturale, per me inimmaginabile. Anche se poi ho finito col fare l’insegnante di matematica, ma per mia scelta. Eppure, di tutto quello che ho studiato, le uniche cose che porto sempre con me, ancora oggi, sono proprio quelle che ho imparato con lui e grazie a lui. Giusto qualche settimana fa l’avevo ricordato con mio nipote che studia alla Statale, sperando che potesse seguire un suo corso. Non sapevo della sua morte. L’ho scoperto proprio ora, curiosando su internet e scrivendo il suo nome. Sarebbe stato meglio se non l’avessi fatto...

Antonello Placanica - 29 dic 2014

Unimi

E’ stato relatore della mia tesi di laurea nel 1995. Di lui ricordo la mente geniale, lo sguardo intelligente, il sorriso sincero e la forte e calorosa stretta di mano. E poi la disponibilità all’ascolto e l’incredibile capacità di abbattere ogni barriera tra professore e studente. Un privilegio per me averlo incontrato e aver potuto lavorare con lui.
Ciao Alberto!

Daniela Oggioni - 22 gen 2015

Unimi

Queste parole le avevo scritte il 25 aprile 2014, in occasione del conferimento della cittadinanza benemerita da parte del comune di Barlassina. Il sentire ora è lo stesso. Quando venni a trovarti l'ultima volta, a dicembre 2013, si vedevano ormai evidenti i segni di peggioramento delle tue condizioni fisiche. Allora, ricordo che mi sentii frustrato da un pensiero: quello che dopo la tua morte, una persona di tale straordinaria eccellenza non venisse adeguatamente ricordata. Ma quando partecipai alla cerimonia di conferimento, i racconti, gli aneddoti, l'affetto delle tante persone intervenute spazzarono via quel timore. Le giornate intere passate a lavorare, prima e dopo il mio dottorato, le corse a spostare fuori l'auto perché alle 19:30 chiudevano il cancello, le tue apparizioni su al terzo piano col fiatone perché avevi fatto le scale di corsa, i cappucci al tabacchi, i tuoi racconti mi rendono uno dei privilegiati che ti hanno conosciuto. Ti sono riconoscente. Dal primo giorno, quando vinta la borsa, venii a bussare alla tua porta come primo tentativo in un dipartimento in cui non conoscevo nessuno. Sono stato accolto non come l'ultimo arrivato, ma sempre con il sorriso che accompagnava una irripetibile disponibilità, competenza, conoscenza e abilità. Mai un "no". Che giunga a te la mia gratitudine, e insieme la positività e la speranza che mi hai sempre dato.

Marco Frasca - 12 feb 2015

Unimi

Caro Alberto,
solo oggi, casualmente, ho letto di te su internet. Non lo facevo da un po' di mesi per problemi di vista ma, come spesso accade oggi ho navigato per cercare pagine su Stefano che leggo e rileggo perché ormai sono sempre le stesse. Oggi, appunto, cercando ho trovato una nuova in memoria tua! E' con le lacrime agli occhi che scrivo... Sei una persona meravigliosa e molto più di un collega per Stefano. Ricordo ancora il discorso che hai fatto per lui. E' stata Luciana a suggerirti la parola "tenace" da usare per descriverlo. Fino a quel momento non ci avevo mai pensato mentre lo definivo "determinato". Spero che ci sia davvero qualcosa oltre la vita terrena e, anche si non ci credo, vi immaginerò insieme a disquisire di quello che Giovanna definiva "gli scarabocchi di papà". Se queste mie parole arriveranno a Luciana vorrei solo dirle che lei sarà sempre nel mio cuore e non perché è tua moglie ma perché un posticino se lo era già conquistato perché é quella che é. Ti abbraccio forte e, se puoi, abbraccia Stefano per me.

Franca - 20 apr 2015

Unimi

Gentilissimo Professore,
ricercando alcune cose in rete, sono arrivato qui. Mi è veramente dispiaciuto sapere del suo decesso dopo aver combattuto con una lunga malattia. Voglio solo riportare una piccola testimonianza ma doverosa, sono uno dei tanti studenti che Lei ha seguito, ben 26 anni fa, ero arrivato stremato all'ultimo esame prima della tesi,lavoravo studiavo e dovevo preparare la tesi velocemente altrimenti avrei perso la sessione di laurea. Appena mi vide mi disse la vedo un pò stanco, iniziò l'esame e mi disse riprovi si vede che è preparato si fidi ed io le dissi non ce la faccio a ritornare, ma lei mi convinse a non buttare via ed in via straordinaria mi rivide al di fuori delle normali sessioni di esame, e la volta dopo entrambi fummo soddisfatti. Questo è il ricordo che porto dentro, dopo cosi tanto tempo, ho imparato che l'umanità e le piccole cose fanno il vero spessore di un uomo, il fatto di aiutare uno sbarbato a dare il meglio di se, semplicemente parlandogli e dandogli una mano mi ha insegnato molto.

Roberto Morosini - 15 giu 2015

Unimi

Quando sono venuto le prime volte alle sue lezioni di Informatica Teorica ero rimasto folgorato dal suo talento. Mi è rimasto negli anni un ricordo di lei e delle due lezioni vivido e pieno.
Grazie di tutto,

Andrea - 8 lug 2015

Unimi

Ciao Alberto,
è incredibile il giorno in cui ho appreso questa notizia, il giorno del tuo compleanno. Avrei voluto trovarti sempre lì nel dipartimento. Mi è difficile scrivere, sono davvero emozionata e sconvolta. Ricorderọ̀ sempre le tue lezioni e i pomeriggi nel tuo studio, riuniti anche con Paolo per correggere e cercare di rendere unica la mia tesi di laurea. Per me sei stato il migliore professore del dipartimento. Ti ricordeṛò sempre con tanto affetto,

Marilena Greavu - 16 lug 2015

Unimi